Cardioneuroablazione

25 Agosto 2024
Cardioneuroablazione: trattamento innovativo e minimamente invasivo per bradicardia e sincope, offre un'alternativa al pacemaker migliorando il ritmo cardiaco e la qualità della vita

Cos’è la Cardioneuroablazione?

La cardioneuroablazione è una procedura medica innovativa utilizzata per trattare alcuni tipi di aritmie cardiache, come la bradicardia, causata da un’eccessiva attività del sistema nervoso autonomo sul cuore. Questa procedura mira a ridurre o eliminare l’influenza dei nervi vagali che rallentano il battito cardiaco, permettendo al cuore di mantenere un ritmo più stabile e appropriato.

Quando è indicata?

La cardioneuroablazione è indicata per i pazienti che soffrono di bradicardia (battito cardiaco lento) sintomatica per fatica e incapacità di svolgere le attività quotidiane.  È particolarmente utile per coloro che hanno episodi di svenimenti (sincope) legati a un eccesso di tono vagale, con induzione di pause asistoliche prolungate (come nell’ esempiodella figura 1)  e  che dovrebbero impiantare un pacemaker come trattamento alternativo. Questa metodica alternattiva è particolarmente efficace nei pazienti più giovani, evitando al contempo i rischi a lungo dertmine di un impianto di pacemaker.

Come si svolge la procedura?

La procedura viene eseguita in un laboratorio di elettrofisiologia, esperto nella esecuzione di procedure complesse,  sotto sedazione. Utilizzando vari cateteri e un sistema di ricostruzione tridimensionale delle camere cardiache, il medico accede al cuore attraverso i vasi sanguigni. Una volta evidenziate le terminazioni vagali nei vari punti degli atri, un  catetere emette energia (spesso radiofrequenza) per ablare (distruggere) selettivamente i nervi vagali intorno al cuore che causano la bradicardia. L’ effetto sulle terminazioni vagali si manifesta inizialmente con un rallentamento del battito cardiaco, fino alla asistolia (come nel caso della figura 2) e successivamente procedendo sui vari gangli del cuore si assiste ad un progressivo aumento della frequenza cardiaca. Questo permette di ridurre l’influenza nervosa che rallenta il battito cardiaco, stabilizzando il ritmo del cuore.

Quali sono i benefici attesi?

La cardioneuroablazione può portare a una riduzione significativa degli episodi di bradicardia e sincope, migliorando la qualità della vita del paziente. In alcuni casi, può anche evitare la necessità di un pacemaker, offrendo una soluzione meno invasiva e più naturale per il controllo del ritmo cardiaco.

Quali sono i rischi e le complicanze?

Come tutte le procedure invasive, la cardioneuroablazione presenta alcuni rischi. Questi possono includere complicanze legate all’uso del catetere, come ematomi o infezioni nel sito di accesso, danni ai tessuti circostanti, e in rari casi, l’inefficacia della procedura o la necessità di ulteriori interventi. È importante discutere con il medico i potenziali rischi e benefici nel contesto del proprio quadro clinico.

Cosa aspettarsi dopo la procedura?

Dopo la cardioneuroablazione, il paziente viene monitorato attentamente per assicurarsi che il battito cardiaco rimanga stabile. In molti casi è stato impiantato preventivamente un loop recorder per monitorare nel tempo l’ efficacia della procedura (come nell’ esmpio della figura 3). Potrebbe essere richiesto un periodo di osservazione in ospedale, seguito da controlli regolari per valutare l’efficacia del trattamento e gestire eventuali sintomi residui. La maggior parte dei pazienti può tornare alle normali attività entro pochi giorni, ma è essenziale seguire le indicazioni del medico per una ripresa sicura.

Conclusioni

La cardioneuroablazione rappresenta una svolta nel trattamento delle aritmie legate al sistema nervoso autonomo, offrendo una soluzione efficace e minimamente invasiva. Se soffri di bradicardia o sincope e stai considerando questa procedura, parla con il tuo cardiologo per capire se è adatta alle tue esigenze e per ricevere tutte le informazioni necessarie.

Per ulteriori informazioni e appuntamenti, contatta lo Studio Medico Dr Pecora.

Figura 1

 


 

Figura 2

 

 

 

 

 

 

 

Figura 3