Specializzazioni cardiologiche
L’aritmologia e l’elettrofisiologia sono in costante evoluzione. È necessario un continuo studio e approfondimento per offrire la cura migliore al paziente.
Le aritmie
Il cuore è una pompa muscolare che deve assicurare la circolazione sanguigna nel nostro organismo. Questa pompa pulsa più di 100.000 volte in una giornata per assicurare l’ apporto di ossigeno a tutti gli organi. Il cuore è controllato da un pacemaker (segnapassi) naturale, denominato nodo seno atriale, che determina a quale ritmo il cuore stesso debba pompare (ritmo sinusale).
Le aritmie sono le alterazioni del normale ritmo sinusale. Tali disturbi possono manifestarsi come rallentamento improvviso o progressivo dei battiti (bradicardie) o come accelerazione occasionale (extrasistoli) o prolungata (tachicardie).
Nel caso delle bradicardie i sintomi possono andare da un semplice mancamento fino alla perdita di coscienza con caduta a terra (sincope) o possono manifestarsi come una stanchezza progressiva (astenia o scompenso cardiaco).
Nel caso delle tachicardie i sintomi più comuni sono le palpitazioni, associate a difficoltà di respiro (dispnea) o il mancamento (nei casi più gravi anche) fino alla perdita di coscienza con caduta a terra.
La diagnosi delle aritmie
La diagnosi dei principali disturbi del ritmo del cuore (aritmie cardiache) viene realizzata tramite la registrazione elettrocardiografica. L’elettrocardiogramma basale è un esame di facile e immediato utilizzo ma, data la durata della registrazione di 10 secondi, raramente permette di registrare un aritmia parossistica (improvvisa). In questi casi si utilizzano registrazione mediante un dispositivo portatile (HOLTER). I dispositivi tradizionali necessitano della applicazione di più elettrodi e durano solitamente 24 ore. Sono ora disponibili dispositivi tecnologici che permettono la registrazione ECG su più giorni (Holter 72 ore o settimanale) mediante l’ applicazione di un cerotto sul torace permettendo anche al paziente di lavarsi sotto la doccia. Tali dispositivi sono anche applicabili a domicilio, permettendo di non spostare il paziente, soprattutto se anziano o particolarmente fragile.
In alcuni casi per la migliore scelta della terapia da attuare nel trattamento delle più frequenti aritmie cardiache è necessario eseguire uno studio elettrofisiologico endocavitario, mediante l’ introduzione nelle vene femorali di sottili cateteri all’ interno delle camere del cuore con l’ ausilio dell’anestesia locale e di una blanda sedazione (per non provare alcun dolore).
La fibrillazione atriale
La fibrillazione atriale è una aritmia sopraventricolare. In questo caso gli atri hanno un ritmo caotico che sovverte completamente il ritmo sinusale, determinando un ritmo totalmente irregolare
La fibrillazione Atriale affligge circa 600.000 individui in Italia e si stima che i numeri siano in continua crescita.
Le cause della fibrillazione Atriale sono molteplici: età (il rischio aumenta con l’invecchiamento; dopo i 40 anni un individuo su quattro può presentare un episodio aritmico), malattie cardiache (infarto pregresso, insufficienza cardiaca, malattia valvolare, ecc.), ipertensione arteriosa, malattie extra cardiache (polmonari, tiroidee), abuso di alcol, occasionalmente storia familiare e in un numero ridotto di casi (1:10) l’aritmia si manifesta senza una causa apparente e viene pertanto definita come “isolata”.
Le caratteristiche della Fibrillazione Atriale variano da individuo a individuo. Alcune persone non manifestano alcun sintomo, spesso anche per anni, mentre per altri i sintomi cambiano di giorno in giorno. La persona può avvertire palpitazioni e mancanza di fiato. In alcuni casi si può avere anche perdite di coscienza o uno stato di scompenso cardiaco. In soggetti più anziani o con altre malattie (es. ipertensione arteriosa, diabete mellito etc.) vi può essere il rischio di ictus cerebri per il ristagno di sangue, che si verifica negli atri e particolarmente nell’auricola sinistra. E’ l’aritmia di più frequente riscontro particolarmente negli anziani. Per tali motivi il trattamento congiunto dei sintomi e della fibrillazione atriale si rivela tutt’altro che semplice.
Diagnosi della fibrillazione atriale
In alcuni soggetti i disturbi possono essere molto lievi o addirittura assenti (fibrillazione atriale silente) e l’aritmia viene scoperta occasionalmente durante una visita medica eseguita per altri motivi. In presenza di sintomi o segni suggestivi della presenza di una fibrillazione atriale è opportuno che il medico di famiglia invii il paziente a consulto presso uno specialista aritmologo; nei casi di maggiore gravità è invece necessario un rapido accesso al Pronto Soccorso.
Data la natura spesso parossistica, soprattutto se silente, dell’aritmia è indicato eseguire una registrazione elettrocardiografica prolungata ambulatoriale (Holter 72 ore o settimanale) o in alcuni è necessario impiantare sottopelle un dispositivo denominato loop recorder.
Pur se la prevalenza della FA cresce in modo proporzionale all’età, a volte l’aritmia interessa anche giovani e va scoperta il prima possibile perché grazie ai trattamenti più recenti si possono combattere i sintomi, qualora presenti, e soprattutto le complicanze ad essa correlata.
La complicanza più temuta correlata alla presenza di FA, sintomatica o asintomatica che sia, è l’ictus cerebrale: gli studi scientifici dicono che la presenza di FA può aumentare fino a cinque volte il rischio di sviluppare una complicanza tromboembolica maggiore. La fibrillazione atriale è inoltre responsabile di un maggior rischio di sviluppare scompenso cardiaco ed è un fattore predittivo indipendente di tutte le cause di mortalità, sia negli uomini che nelle donne.
L’ablazione transcatetere
Le tachicardie parossistiche sopraventricolari sono più frequenti nei giovani, ma si riscontrano anche negli anziani, e in tutti i casi possono essere trattate con l’ablazione transcatetere in maniera definitiva. Data l’ efficacia della procedura se il paziente non desidera assumere i farmaci le linee guida internazionali consigliano di eseguirla come terapia di prima scelta.
La fibrillazione atriale è l’aritmia cardiaca di più frequente riscontro negli adulti soprattutto se anziani. In casi selezionati può essere trattata con l’ablazione transcatetere con ottimi risultati in termini di riduzioni dei sintomi e può essere potenzialmente curativa nei soggetti più giovani. Nel nostro Istituto,, nei casi più complessi utilizziamo una tecnica sofisticata con l’ausilio del mappaggio tridimensionale integrato con le immagine ecografiche, ricavate da una piccola sonda introdotta dalla vena femorale. L’intervento, a differenza di altri centri, è assolutamente privo di dolore in quanto condotto in anestesia generale con la presenza dell’anestesista, a garanzia della migliore qualità di vita possibile per il paziente durante e dopo la procedura.
Nei casi più semplici utilizziamo invece la crioablazione delle vene polmonari. L’intervento è altrettanto indolore, in quanto condotto in sedazione.
Le extrasistoli ventricolari quando particolarmente frequenti, nonostante i farmaci assunti, possono essere trattate con l’ablazione transcatetere utilizzando la tecnica di mappaggio tridimensionale.